La Procura e il Tribunale di Parma sono di nuovo con l’acqua alla gola a causa dell’organico scarso e sono costretti ad andare a rilento con i processi per il crack Parmalat. La maggior parte dei dibattimenti è stata conclusa, ma altri sono ancora in corso, come quello contro i manager di Deutsche Bank e di Morgan Stanley, accusati di avere organizzato collocamenti “privati” di bond Parmalat quando il gruppo era già negli abissi. E deve ancora celebrarsi l’atteso processo contro i dirigenti di Bank of America, tra i quali Luca Sala, l’ex responsabile dei grandi clienti della filiale di Milano della banca, imputato anche in Svizzera.
Dopo il 2005, per venire incontro alle esigenze di una Procura e di un Tribunale che non avevano forze sufficienti a condurre indagini con centinaia di imputati, il Consiglio superiore della magistratura aveva riservato a Parma un certo numero di “applicati”: magistrati destinati ai processi ordinari, che dessero modo agli altri di seguire a tempo pieno la vicenda Parmalat.
L’ultimo “applicato” è andato via da Parma nel 2011. Da allora Procura e Tribunale sono stati lasciati col cerino in mano. Oggi pubblici ministeri, cancellieri e polizia giudiziaria sono prevalentemente assorbiti dalle indagini sui reati comuni. I tagli alla giustizia effettuati dai governi degli ultimi cinque anni sono calati come una scure sui processi Parmalat, costati allo Stato tra 4 e 5 milioni di euro. La somma comprende tra l’altro i costi dei magistrati in forza al Tribunale, i costi delle consulenze tecniche d’ufficio e il pagamento delle indennità di missione ai finanzieri distaccati nel tempo alla Procura di Parma dal comando della Guardia di finanza di Bologna. La voce delle indennità di missione ha inciso in modo rilevante sul bilancio delle indagini, soprattutto tra la fine del 2003 e la fine del 2004, quando i distaccamenti raggiunsero la punta massima di quaranta unità.
Raramente in un processo per bancarotta si è visto sfilare un così gran numero di imputati. Negli Usa, i processi contro Enron e contro Lehman hanno avuto un numero di imputati dieci volte inferiore.
Uno dei problemi principali con cui si scontrano i magistrati nei grandi procedimenti giudiziari è l’obbligo, per ogni filone processuale, della riproposizione davanti al giudice dell’intera fase preliminare. Nel caso di un processo di dimensioni abnormi come quello su Parmalat, tale obbligo ha contributo non poco a dilatare la durata dei dibattimenti e a renderli oltremodo estenuanti, tanto per i magistrati quanto per l’opinione pubblica.